Olivastro, gentile, bella di Spagna, qualcuno di questi era già presente e dominava il panorama nel ‘72 quando mio padre, Paolo Marcucci, decise di impiantare una produzione intensiva di leccino.
Da allora sono passate 52 primavere e ogni albero è diventato una presenza imponente in questo meraviglioso parco di ulivi.
Negli anni un fazzoletto centrale del parco è stato adibito a coltivazione di tabacco. Quando poi questa coltura è stata surclassata da altri tipi di produzione la terra a lei dedicata è stata ricoperta di alberi di ulivo, in particolare la qualità “Leccino”, ideale per la produzione di olio da tavola.
Quando infine si è deciso di dar vita alla naturale vocazione del terreno, il teatro, circa una decina di alberi sono stati spiantati e ricollocati nell’immenso parco.
Oggi possiamo ammirare un grande campo di alberi forti e rigogliosi, pronti ad interpretare il canto della vita, ovviamente insieme a tutti gli artisti che si esibiranno sul palco del Teatro degli Ulivi.