Perché nasce il teatro

Chi ci racconta questa storia è Emilio Marcucci. La storia del teatro in fondo, è un po’ la sua. I progetti prendono vita attraverso le persone e questa storia è figlia di una passione, nata un po’ per caso, ma che forse gli è sempre bruciata dentro.

“Sono nato ancorato alle tradizioni di una famiglia di abruzzese fin nel midollo. Le finestre sul mondo che si stagliava al di fuori dei confini sicuri di “casa”, per un adolescente negli anni ‘80, erano poche: la tv seppur limitata all’epoca e le storie che mi venivano raccontate.

Il teatro, ai tempi, era un luogo misterioso e pregno di magia in cui venivano messe in atto cose che, per quanto mi incuriosissero, non riuscivo a capire fin in fondo. Fossacesia poi non era una bacino che offrisse grandi occasioni per avvicinarsi al teatro, ancor meno per appassionarsi.

Nel 1991 sono partito per Torino per completare gli studi, rispondendo al richiamo allettante del Politecnico e della vita, quella di cui avevo tanto sentito raccontare. Fu proprio a Torino che non più adolescente, conobbi il teatro, quello vero, fatto di sipari, costumi, luci, cantanti, attori e ballerine. Era una giostra di emozioni che giocavano a rincorrersi, sempre più veloci, e a crescere, in modo sempre più forte. E mi ci aggrappai saldamente.

Ero un tecnico, di cosa poco importava; mi occupavo dell’audio, delle luci, delle scene, del palco, tutto pur di far continuare a vivere quella magia. Quando mi chiedevano “Lo sai fare?” rispondevo sempre “Imparo, eccome se imparo”. In fin conti pensavo “È tutta una finzione, soprattutto quando si fa sul serio”. Un giorno andai al Teatro Regio di Torino, a vedere Il Corsaro di Verdi. Quel giorno insieme a quel sipario, mi si aprì un mondo. Mi sentii all’improvviso invaso da un’energia dirompente, la stessa che ancora oggi, nonostante le difficoltà stenta ad attenuarsi.

Alla fine ci ho lavorato al Teatro Regio, inizialmente come tecnico delle luci, poi come coordinatore di progetti. E intanto, la passione che avevo dentro cresceva sempre di più, alimentando quella forza che mi portava a spingermi sempre oltre. Sono stato protagonista, più e più volte, in diversi teatri e in diverse nazioni. E quell’energia dirompente che si impossessò di me la prima volta che assistetti alla rappresentazione di un’opera, si alimenta costantemente, tutt’oggi, ad ogni apertura di sipario, ad ogni spettacolo, con ogni musica ma, soprattutto, attraverso gli occhi della gente.

Sono convinto che il teatro sia il tempio dell’anima, il luogo in cui poter assistere allo svolgersi della vita pur rimanendone fuori, il luogo in cui coltivare i tuoi sentimenti, perchè questi possano renderti migliore.

Non sono ricco né famoso, non inseguo il denaro né la fama. Ma sarò soddisfatto ogni qual volta riuscirò ad emozionare il mio pubblico.

Sono sensazioni che vorrei trasmettere a chiunque sia disposto ad aprire il proprio cuore alla nobile arte del teatro. Per questo motivo ho deciso di dare il via a quest’immenso, bellissimo progetto: un teatro in cui in tanti potranno esibirsi e in tantissimi potranno ascoltare. Il teatro sopravviverà a me che l’ho ideato e agli ulivi tra i quali dimora, proprio perché rispecchia l’essenza della vita stessa: il divenire, il cambiamento, il migliorarsi giorno dopo giorno. Confrontarsi e raccontarsi, senza pregiudizi, saranno i pilastri cardini.

A tutto questo servirà il teatro, e chiunque vi entrerà in contatto contribuirà ad arricchirne la storia.”